Robot umanoidi per ridurre il #digitalculturaldivide (analfabetismo tecnologico-digitale)
Utilizzare i robot umanoidi per ridurre il #digitalculturaldivide (analfabetismo tecnologico-digitale)
riducendo le resistenze allo sviluppo di soluzioni tecnologiche funzionali a risolvere, contenere, prevenire problemi come epidemie-pandemie, cambiamento climatico, inquinamento ambientale, impronta ecologica eccessiva, quindi consentendo la necessaria accelerazione dell'implementazione di tali soluzioni tecnologiche,
evitando l'esclusione di una larga fetta della popolazione mondiale dai benefici prodotti da tali soluzioni.
Tecnologie passive (intermediari tecnologici passivi) per aiutare persone che presentano difficoltà ad interagire con l'ambiente digitale (persone con disabilità, con basso livello culturale in ambito tecnologico-digitale, ecc.).
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Descrizione:
Milioni di persone in tutto il mondo non sono in grado di utilizzare computer e altri dispositivi per usufruire dei vantaggi e del benessere, miglioramento della vita prodotto dall'economia digitale, dalla robotica, soprattutto in questo periodo in cui le tecnologie digitali-robotiche diventano ogni giorno
più importanti, fondamentali e più diffuse per ridurre i contagi da coronavirus-sars cov2-covid-19 e sue varianti, e per risolvere problemi come il cambiamento climatico,
l'impronta ecologica eccessiva e l'inquinamento ambientale.
Questo grave problema rientra nella categoria più ampia definita
"digital divide",
ovvero il "digital cultural divide" o "analfabetismo tecnologico-digitale".
Mentre il problema delle infrastrutture tecnologiche funzionali a garantire la copertura mondiale dei servizi tecnologico-digitali risulta essere in via di completamento, dando a tutte le persone la possibilità di accedere a tali servizi, molte di queste persone non potranno comunque accedervi a causa della scarsa cultura in merito all'utilizzo di tali tecnologie.
Tale problema rallenta, inoltre, l'implementazione capillare di tali tecnologie e servizi digitali che risultano essere necessarie per risolvere, contenere, prevenire problemi
come epidemie-pandemie, impronta ecologica eccessiva, inquinamento ambientale, cambiamento climatico.
La diffusione della cultura tecnologico-digitale attraverso corsi formativi risulta essere inefficace a risolvere il problema in modo definitivo,
poichè molte persone non sono nelle condizioni di seguire tali corsi, o in grado di acquisire le nozioni tecniche per problemi cognitivi, per disabilità, ecc.
Una modalità che consentirebbe a tutte le persone di accedere ai servizi tecnologico-digitali, pur non avendo la conoscenza adeguata,
è l'utilizzo di "intermediari robotici" cloud-based (tecnologie passive per l'inclusione tecno-digitale), ovvero robot umanoidi che siano sia in grado di interagire
oralmente (o in altre forme comunicative per chi presenta disabilità) in modo da consentire alle persone di far comprendere ai robot quali necessità hanno, sia di eseguire funzioni tipicamente umane per utilizzare dispositivi e altre tecnologie al posto delle persone, o insegnare alle persone ad utilizzarle, a seconda delle necessità.
I Governi dovrebbero, pertanto, avviare un strategia di inclusione tecnologico-digitale considerando tale metodo, fornendo
a tutte le persone supporto finanziario per l'acquisto di tali robot, nell'ambito di un ecosistema robotico governativo per il supporto ai cittadini,
e attivare campagne informative sui media: tv, radio, giornali, web, volantini, ecc.
Associazioni per la difesa dei cittadini, università, ed altri soggetti interessati dovrebbero collaborare per sollecitare i governi
ad avviare tale strategia di inclusione tecno-digitale, supporto ai cittadini
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